Quel cieco Hebreo del sangue
illuminato (nato)
(Mi) Che'l limbo lustro (strofe) fe(i) chiaro si mostra
Che non (c’)è fede in questo ingrato (tomo) mondo
Che possa (a sé) secondar (dare) la fede nostra
(Damus).
(Regola e 70-12)
L'interrogativo verte qui logicissimamente sullo svelare chi sia tale cieco di discendenza ebraica, dalla cui stirpe, o sangue, discende tale nato illuminato: dal ramo ebraico della tribù che per antonomasia era considerata quella degli illuminati saggi profeti.
Discende dalla tradizione biblica e anche da quella classica, che ha in Omero l'esempio più evidente, o nel veggente cieco Tiresia, la cerchia di quei ciechi che invece, per eccellenza, sono eternati come vati e poeti veggenti.
Così abituati ormai al paradosso, troviamo nel logo cieco «che non può vedere», invece una mente illuminata, che ci porta i suoi lumi, e non da aveugle (in francese) o blind (in inglese) o apel (in ebraico). Apel... apelle... (appeller): chi/qui si chiama, qui si nomina appunto non alla cieca.
Leggi che cieco è verber (verbare: nominare, appellare), verbim (in albanese); werbersicht è un fonema, una fonetica che in italiano allude anche al logo di verbo (the word) che qui bene ci illumina da verbo o erbov ebraico, biblico (Erbe, in tedesco, è «erede»). Ma parola o Verbo (Millah in ebraico - ricordiamoci infatti che l'ebraico è da leggersi all'incontrario!) diventa illuminante principio del Tutto, come ci è stato tramandato nel Vangelo di san Giovanni: In principio era il Verbo e il Verbo era Dio e Dio era il Verbo.
L'autore è vaticinato nel nome: in chellimbo lustro (strofe) fe(i) chiaro si mostra, la prima parola del verso, chellim, è tanto Millech o Michel quanto la cifra delle mille lustre strofe fey (chiaroveggente in lingua anglica) profetiche; e nell'ebraico chellimbos è incluso incredibilmente il nome greco del Limbo stesso, come di quella zona che resterebbe cieca, non vista, salvo essere invece dal Verbo illuminata.
Perché qui leggiamo tanto la parola e millah come le mille strofe lustre illustranti del chellim Michel veggente (fey).
Ma questa non è la sola quartina che anticipa l'opera di Michel Nostradamus; altre circostanze sono narrate che portano luce sui destini che hanno legato il Fanti e Michel.
«Il segreto delle anime interiori spiriti e nefashòth secondo la lezione cabalistica di Isacco il Cieco, le anime che traggono dalla bina (una sefirot dell'albero) agiscono per mezzo di organi kellim che una volta in azione costituiscono la forza della trascendenza che mostra le forme percettibili che provengono da emanazioni supreme (intelligenze cosmiche)».
(tratto da Gershom G. Scholem, Le origini della Kabbalà, Il Mulino, Bologna, 1973, pp. 360-361)
Poi di fatto nel mondo non c'è fede, perché l'ingrato mondo è nei confronti dei profeti un ingratomondo, nei riguardi del Tomo (il libro delle Centurie).
E spesso si vuole piegare il testo ad assecondare i propri fini, anziché riporvi fede: tanto la nostra, quanto quella di dare alla nostra fede a Nostra Damus ascolto!
Quando si tratta di Rivelazione o Verbo Divino, si devono fare i conti con l'incredulità umana, come scriverà anni dopo Michel Nostradamus nelle sue novelle Centurie (1555):
Le Divin Verbe sera du ciel frappé
Qui ne pourra proceder plus avant
Du reserrant le secret estoupé
Qu'on marchera par dessus et devant.
Il Divino Verbo sarà dal (Duci) Cielo percosso
(Qui) Quinto/Chi non potrà procedere più avanti
(plusavant) più sapiente
Allora richiudendo il Secreto (testo) stappato (aperto)
Che si marcerà (Marche, Chera, Marce) tanto sopra
(Pardes) che davanti.
Il vasto contenuto delle Centurie ha varie quartine in merito all'era di tale Verbo Divino, comprese anche polemiche e guerra a oltranza contro coloro che non tremeranno per portare vittoria piena nel campo della fede.
Ma tale rivelazione subisce per forza maggiore dal cielo dei limiti, anche perché il quinto, il papa (quinto arcano dei Tarocchi) o penta, Pentagono (USA), o chi giungerà alla quintessenza (cinque, secondo Pitagora, è la nemesi, il vindice), sarà colpito dal cielo e di fatto da allora non si potrà procedere (in latino), procedere a lungo più avanti, per tali proceres (in latino: maggiorenti), potenti che avversano tale plus, più sapiente (savant in francese).
È tempo di alti proceres vertici che censurano a tal punto da serrare, richiudere nuovamente il testo segreto svelato, stappato.
Qui la parola dall'ebraico all'arabo mellat (méllon, in greco, «futuro»), millah da Verbo Divino, boscki (in polacco), quale millenaria parola profetica dice che sarà (sera Ares Marte, guerra) dal cielo (duci piloti del cielo) colpito il quinto (Pentagono), quando allora non potrà più andare avanti (avanzare in campo), per gemelli eventi che racchiudono un parallelismo clamoroso pure sulla figura del papa.
Ma dice anche quanto allora impedirà di procedere più sapientemente in avanti: quanto più USA Savant sapiente, il sapiente, non potrà più avanzare: la censura sul testo A Key To the Future, apparso in USA nel 1984, in cui appare la quartina sull'attacco al World Trade Center.
E allora non resterà che richiudere il testo segreto svelato, dissigillato, stoppato come quello di Fatima.
Si vedrà così da allora in avanti quanto si marcerà/marcherà, camminerà per Marche (Adriatico) e arche, navi, flotte e truppe, masse di profughi (Albania), sino sopra il pardes che arde, brucia: il mitico paradiso mesopotamico (Iraq e Iran), allora, davanti agli occhi del mondo, teatro di percorsi di guerra.
Di quale segreto testo svelato si richiudono allora le pagine, o la quintessenza interiore del divino messaggio viene di fatto colpita?
Del messaggio del segreto (Fatima) o d'altro testo segreto di chiara natura profetica, che sia strettamente connesso al Verbo di Dio dell'Apocalisse, della felina rivelazione?
O dell' Apocaelissomenos che ancora si deve srotolare?
Mentre indefessamente si continuerà a marche e segni.
Marcare e marciare, camminare e vivere, per chera (la morte, in greco) marcare quanto avverrà in connessione al Verbo profetico sopra il pardes, l'Eden (Paradiso) biblico mesopotamico, l'area su cui convergono tutte le profezie della fine dei tempi e dell'eclissi e dell'oscillazione del polo, e grande tremamento di terra, sino alla venuta del popolo numeroso come l'arena del mare (Cina?).